La naturopatia: una disciplina poco conosciuta nella sua essenza

Manuela Micucci • nov 29, 2022

Una definizione di naturopatia

La naturopatia è una disciplina poco conosciuta nella sua essenza, sebbene negli ultimi anni siano aumentate le persone che si rivolgono alla figura professionale del naturopata.


Molti pensano che la naturopatia sia una concorrente della medicina allopatica o che ne rappresenti un’alternativa, mentre non lo è. Questo è un errore non solo di valutazione, ma anche un’accezione che si è sviluppata e mantenuta per lungo tempo, creando appunto equivoci e sminuendo questo settore. 


Rifletto spesso per cercare di definire al meglio la mia professione e sensibilizzare molte più persone e, oggi, mi sento di definirla alla stregua dell’antica e forse dimenticata economia domestica, quella materia che insegnava come gestire la casa, la spesa, la cucina e la quotidianità al meglio.


In fondo la naturopatia è proprio così, un sapere che dovrebbe essere insegnato a scuola ed il cui nucleo centrale è fatto di misura e semplice buon senso.  Si tratta di un sapere che ci insegna come svegliarsi bene la mattina, scegliere bene i propri cibi, dare le giuste priorità nella giornata, prendersi cura si sé in primis, degli altri e delle relazioni tra umani.  Avere del tempo per stare in mezzo alla natura, del tempo da dedicare agli animali, per ascoltare musica, per leggere e tutto ciò che può nutrire la nostra personalità. Insegna a capire quando fermarsi per evitare di sovraccaricarsi, stancarsi e ammalarsi, di disciplinarsi sull’ora in cui staccare la spina e finalmente rilassarsi e dormire bene. 


Sembra un quadro quasi scontato e facile no? 


Stando però alla mia esperienza ed osservazione del comportamento umano, non sono poi molti coloro che conoscono queste semplici regole e le applicano!


Quando si tratta di andare in supporto a chi non sta bene, la naturopatia non si permette mai di sovrapporsi all’intervento della medicina allopatica o di sostituirla, non si pone in quel paradigma, non ne ha il pensiero, non ne ha neppure il desiderio. Per questo si dice che la naturopatia non lavora sulle patologie, il suo scopo è quello di suggerire buoni stili di vita, di lavorare quindi in prevenzione ed in sostegno delle patologie. Perciò, in questo caso affiancare la medicina ufficiale, essere quindi COMPLEMENTARE, INTEGRATA E NON ALTERNATIVA!


Mi è capitato, invece, di sentire commenti riguardanti l’essere in competizione con la medicina allopatica!


Chi preferisce un pensiero di contrapposizione, uno contro l’altro per vedere chi è il più bravo, non ha compreso non solo cosa sia la naturopatia, ma dimostra di avere una visione dualistica e sterile, poco utile. Al contrario, sarebbe più saggio sfruttare al massimo le competenze, che per me restano essenziali, per vivere la propria vita in modo armonioso.

La naturopatia in sintesi

In sintesi, la Naturopatia si occupa della natura profonda dell’uomo, inteso come unità di corpo, mente e spirito


Essa si basa su conoscenze e tecniche volte a risvegliare nella persona le sue innate capacità di autoguarigione


Agisce su diversi piani. 


Se la persona è sana, aiuta a mantenere il suo stato di equilibrio, attraverso l’espressione delle sue potenzialità. 


Al contrario, se ha sviluppato la malattia, il naturopata indagherà le cause primarie del disturbo, portando la persona a conoscere e far proprio uno stile di vita più consono al suo essere.


Un percorso personale, unito ad eventuali trattamenti ed utilizzo di rimedi scelti in seguito ad una consulenza, specifici ed utili in quel determinato momento.

Naturopatia ed evoluzione personale

Credo che il dono più grande che ho ricevuto dalla naturopatia sia stato la consapevolezza dell’essere, un percorso evolutivo che mi ha portato nel tempo a guardare più dentro me stessa. 


Senza questa evoluzione, difficilmente avrei potuto aiutare gli altri e sarebbe stato un professare la naturopatia in modo frammentario, schematico, accademico. 


Quello che cerco di trasmettere fin da subito a chi si rivolge a me, è di comprendere che un disturbo si manifesta per farci comprendere qualcosa di noi che non va e che la malattia possa essere vista come un’opportunità di trasformazione e non come una sfortuna. Al contrario, la possibilità di fare un cambio di rotta, essere liberi di compiere delle scelte nel rispetto del nostro essere.


I percorsi che propongo sono studiati in base alle esigenze della persona


Spesso sono la combinazione di trattamenti e di pratiche che nascono da anni di studio e che ho potuto, grazie all’esperienza, personalizzare, comprendendo che ogni persona è unica nel suo genere. Ci sono sicuramente nozioni di base ed interventi standard dal punto di vista funzionale-fisiologico ma, per il resto, il lavoro è focalizzato sulla sfera psico-emotivo-comportamentale


Ciò che si manifesta all’esterno (corpo) è una manifestazione interna che ha origine nella mente o, meglio, che la mente ha rielaborato, ma le radici risiedono a livello inconscio. 


Sono argomentazioni complesse e delicate, che in questa sede posso solo svolgere in linea generale.


Non mi stancherò mai di dire che ogni percorso nasce dalla consapevolezza e che la migliore medicina è insegnare a non averne bisogno, perché la soluzione è sempre dentro di noi e non all’esterno. 

Posso rivolgermi al naturopata anche se mi sento bene e sono in buona salute?

Come specificato sopra, la Naturopatia agisce su più livelli, quindi, si possono rivolgere a me sia persone sane per percorsi di prevenzione primaria, sia persone che manifestano i primi segnali di squilibrio (disturbi), per comprenderne l’origine ed arrivare alla loro risoluzione; sia, in ultimo, coloro che hanno malattie conclamate, per avere un supporto naturale ed integrato alle terapie farmacologiche. 


Aiuto, inoltre, ogni persona a divenire responsabile del proprio stato di salute, invitandola e educandola ad essere parte attiva del processo di guarigione, senza delegare semplicemente questo ad una pillola o ad un trattamento. 


Io sono guida di un percorso che ti mostro, posso accompagnarti, ma il sentiero lo percorri tu con le tue gambe!


Qual è il miglior consiglio che posso dare a chi ancora non mi conosce o non ha avuto modo di fare un percorso naturopatico?

Di ascoltare il proprio corpo, di avere fiducia nel potenziale che ciascuno di noi ha


Il nostro corpo è gentile, se portiamo avanti abitudini errate, ci dà tempo prima di ammalarsi, ci invia dei primi segnali, quelli che io definisco campanelli di allarme, perciò dobbiamo essere vigili!

Ti racconto cosa succede in un colloquio naturopatico

La Naturopatia è una professione che possiamo definire giovane e, come tutto ciò che è nuovo od esula da ciò che è comune, viene spesso mal compresa o trattata con sufficienza. 


Ci tengo a dirti, intanto, che la Naturopatia è una professione più anziana di quel che si pensa; molto brevemente è nata a cavallo tra ‘800 e ‘900 come erede di vari movimenti salutisti ed igienisti diffusisi precedentemente, che tentavano di trovare o vecchie vie, certamente autentiche, oppure nuove vie per coltivare la salute. Nasce qui, nella vecchia Europa, ma trova nel Nuovo Mondo il luogo dove crescere e diffondersi per poi tornare sull’onda New Age (con la quale però non ha molto a che fare) nella seconda metà del XX secolo.


Per conoscere qualcosa di nuovo e comprenderlo, credo sia fondamentale andare nel pratico e comprendere, per esempio, in cosa consiste un colloquio naturopatico


Premesso che ci sono diverse modalità d’approccio, ogni naturopata sviluppa uno proprio modo di relazionarsi con il proprio utente. 


Provo a riassumere i punti fondamentali che credo possano essere i seguenti:

Il colloquio

Capire la motivazione che ha spinto la persona a rivolgersi al naturopata, le aspettative e raccontare il proprio stato di salute. Certamente, gli aspetti che di solito vengono forniti sono di natura fisiologica e organica e, secondariamente, lo stato psico-emotivo, fondamentale per comprendere lo stato fisico.


Qui il naturopata precisa il suo ambito d’azione, qualora fosse necessario e, per esperienza, spesso lo è: sostenere la salute della persona prima che si manifestino delle patologie lesionali. Se una persona ha già una patologia e prende dei farmaci, il naturopata può dare un sostegno, ma è importante che il medico curante ne sia informato, in modo che non si creino spiacevoli situazioni per la salute. Credo che dobbiamo sforzarci di far capire che la Naturopatia non è in opposizione alla medicina allopatica, né possiamo dire che è “inferiore”, semplicemente è un’altra disciplina. Per meglio intenderci: a nessuno verrebbe in mente di dire che la fisioterapia è “inferiore” alla medicina ufficiale: sono due ambiti di lavoro diversi.


Va, inoltre, precisato che non attiene al naturopata sostituire un farmaco con un rimedio naturale (per esempio, una pianta officinale). Spesso le persone lo chiedono ma, se serve il farmaco, il farmaco va preso. Forse, si dovrebbero orientare quegli utenti verso medici naturali, professionisti che utilizzano, invece dei farmaci di sintesi, piante officinali od altre sostanze naturali, sempre però in un’ottica allopatica (cioè usare qualcosa per lenire un sintomo) o seguendo i dettami omeopatici, steineriani oppure altro.


Quando un naturopata consiglia un integratore naturale di libera vendita non può e non vuole usare quel rimedio per togliere un sintomo, ma lo fa perché comprende che esso favorisce il corretto funzionamento di quella persona particolare, in tutte le sue parti (fisica, mentale, emozionale) ed in quel momento.


Il lavoro del Naturopata è, infatti, CAUSALISTA, non si basa sul trattare i sintomi, ma sulla ricerca della causa o delle possibili cause che lo hanno manifestato. Solo in questa maniera potrà esserci la completa e definitiva remissione.


Se risolviamo la causa, cioè la dissipiamo, il sintomo non ha più modo di esistere!

Dopo il colloquio

Il colloquio ci ha permesso una visione generale dello stato attuale psico-fisico della persona.


È, poi, fondamentale la valutazione del terreno costituzionale, attraverso l’osservazione dell’iride, lo studio del piede od altre tecniche che possono aiutare il naturopata a definire il terreno di appartenenza, cioè una tipologia di base della persona, in modo da contestualizzare e personalizzare i suggerimenti che si prepara a dare.


Successivamente, si valuta un eventuale ciclo di trattamenti, che possono essere più di natura funzionale od energetica (tecnica cranio-sacrale, sblocco del dolore, riflessologia plantare) od una combinazione di questi con varie tecniche olistiche, che lavorano appunto sia manualmente sia sul piano emozionale (meditazioni guidate, canalizzazioni e visualizzazioni).


Si sceglie un certo di tipo di alimentazione, consona alla fisiologia della persona ed anche strutturata sulle sue esigenze, evitando di stravolgere quello che ha rappresentato il suo stile di vita fino a quel momento. Le indicazioni alimentari includono l’esclusione di alcuni cibi a favore di altri, fornire una guida a come affrontare i pasti. Non si fornisce una dieta, che spetta, appunto, ad altre figure professionali.

Possono essere consigliati prodotti naturali di vario genere (floriterapici, oligoelementi, minerali, fitoterapia, micoterapia, pre- e probiotici) a seconda di quel che risulta dalla valutazione e dal bilancio di salute.


Il Naturopata può, altresì, consigliare alcuni esercizi, sia di natura fisica, come esercizi di respirazione, sia eventuali tecniche di consapevolezza per gestire i pensieri, riconoscere e vivere in pieno le emozioni evitando di somatizzarle. Si tratta di un vero e proprio lavoro di consapevolezza in primis corporea, vale a dire il riconoscimento e l’attenzione delle sensazioni fisiche, per poi iniziare un percorso di autocoscienza e consapevolezza delle modalità comportamentali. In questo caso, io consiglio anche delle letture e dei video utili.


La persona sana potrà sperimentare i benefici che si ottengono da questi suggerimenti ed intraprendere un percorso di qualche tempo con il naturopata, al fine di imparare sempre meglio come gestire autonomamente ed in modo soddisfacente il proprio equilibrio psico-fisico.


La persona che manifesta un disturbo o molteplici disturbi di tipo funzionale (per il quale gli esami anamnestici non mettono in rilievo alcuna patologia), potrà trarre utili spunti per ritrovare l’equilibrio perduto. La maggior parte delle persone che si rivolgono a me appartengono a questa categoria, appunto del “subclinico”.


Alla persona che soffre di patologie verrà suggerito di sentire il parere del proprio medico. In questo ultimo caso, il naturopata fa solo da accompagnatore in secondo piano, lasciando ovviamente il ruolo principale al medico. Non nascondo che una collaborazione non viene sempre compresa e accolta (da una parte come dall’altra), ma è indice di serietà e professionalità tentare questo dialogo.


Il mio intento con questo articolo è stato quello di cercare di chiarire le idee rispetto alla mia figura e provare a sensibilizzare le persone a sperimentare la naturopatia come via di equilibrio psico-fisico

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