Il tè

Manuela Micucci • mag 11, 2020

Il tè: la bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua

Tra le diverse varietà, il tè verde è quello con maggiori proprietà salutistiche. Scopriamole insieme!

Un po' di storia

Il suo nome botanico è Camellia Sinensis, e le sue origini non sono certe, ma dal punto di vista geografico il tè sembra originario delle regioni del sudovest della Cina (Yunnan e Sichuan). Si perde nelle documentazioni storiche la scoperta dell’utilizzo delle foglie come tisana ma, indipendentemente da come siano andate le cose nella storia, dati più certi indicano l’impiego di questa pianta nel III secolo a.C. Inizialmente il suo consumo era limitato a scopo medicinale e all’interno delle regioni della Cina, solo dopo centinaia di anni si ebbe la sua diffusione in India. Mentre in Europa arriva circa nel 1600, quando la compagnia Olandese delle Indie iniziò le importazioni. Furono poi gli inglesi a divenire forti consumatori di tè, soprattutto nero con l’aggiunta di latte (il classico rituale del tè all’inglese!).

La carta di identità del tè

Tutti i vari tipi di tè in commercio sono prodotti dalla stessa pianta, la Camelia Sinensis varietà Sinensis, ad esclusione del tè coltivato in India che nasce dalla stessa pianta ma della varietà Assamica. I maggiori produttori sono la Cina, seguita dall’India e da altre nazioni. Il Giappone risulta essere la decima nazione, ma compensa la sua minor produzione con la qualità eccellente.

Le principali varietà sono: VERDE, NERO e OOLONG. Poiché provengono dalla stessa pianta, le differenze di colore, sapore e principi attivi derivano esclusivamente dalla diversa preparazione e lavorazione cui sono sottoposte le foglie.

  • Nel tè VERDE, vengono selezionate le giovani foglie che vengono sottoposte ad una breve torrefazione a vapore, la quale disattiva gli enzimi responsabili della fermentazione, vengono poi poste a raffreddare ed essiccare
  • Il tè NERO, invece viene lasciato fermentare, e la torrefazione avviene in un secondo tempo; gli enzimi, grazie alla fermentazione, definiscono il colore scuro delle foglie.
  • L’OOLONG, è una via intermedia delle due lavorazioni, in quanto a differenza di quello verde viene fatto fermentare, ma più brevemente di quello nero.
Esistono poi altre varietà, come per esempio il tè bianco o il Pu-erh, entrambi cinesi, o alcuni Giapponesi, come l’Hojicha o Kukicha e il Bancha che hanno avuto ampia diffusione. Il Bancha è tra i più popolari, anche per il suo costo piuttosto basso, deriva dal Sencha, di cui si raccolgono i germogli di seconda o terza generazione che compaiono a fine estate o autunno. L’Hojicha deriva anch’esso dai germogli nati dopo la raccolta del Sencha, che subisce una procedura di tostatura in forno a carbone, e contiene minori dosi di caffeina. Il Kukicha, chiamato comunemente “il tè dei tre anni”, è composto da più tipi di rametti, sia per l’età che per la dimensione, i quali dopo l’essiccazione vengono lasciati riposare per un anno e poi tostati. Questo procedimento lo rende privo di caffeina, e quindi adatto anche ai bambini, agli anziani e ad un consumo serale.

Altri tipi di tè meno comuni ma meritevole di citazione!

Esistono anche altri tipi, rispetto ai comuni sopra citati, che differiscono per composizione, come il famoso e costoso tè Mu, composto da 16 erbe, tra cui il Ginseng, per questo facente parte dei cosiddetti tè alle erbe, che spesso non contengono nemmeno tè. Altri ancora sono stati denominati impropriamente, come il Rooibos (Aspalathus linearis), chiamato dagli Occidentali “tè rosso”, ma che non ha niente a che vedere con il tè né, tanto meno, con il rosso. Il suo colore è da attribuire ai rametti della pianta da cui deriva, che è un arbusto africano, il rooibos, tradotto “cespuglio rosso”.

Altri te, sono poi arricchiti con aromi, come l’Earl Gray con aggiunta di bergamotto o Jasmine Tea con il gelsomino.

Principii attivi

Da tempo è stata attribuita al tè un’azione protettiva, verso diverse patologie, come il cancro e malattie cardiovascolari. Oggi i principi attivi sono ben definiti e attribuiti soprattutto alla presenza di polifenoli. I più importanti sono denominati catechine, all’interno delle quali l’EGCG (Epigallo – Catechin – Gallato) ritenuto il più attivo e a questo vengono attribuite proprietà interessanti che vi mostrerò nel paragrafo successivo poiché meritevole di maggiore attenzione. In un buon tè verde le catechine possono rappresentare fino al 40% del peso secco, di cui oltre la metà costituite di EGCG, il 5-10 % di flavonoli, il 10% costituito da teobromina e caffeina e la restante percentuale da teanina

Nel tè nero i contenuti sono diversi, in quanto la prolungata fermentazione modifica la percentuale di catechine che risulta estremamente ridotta. La complessa interazione tra i vari principi attivi, tannini compresi, fornisce al te un’azione diversa rispetta a quella del caffè: a fronte di una minore azione eccitatoria, il tè ha un’azione più prolungata nel tempo, che si esaurisce dalle 4 alle 7 ore, rispetto alle 2/3 ore del caffè (anche se il metabolismo è soggettivo da persona a persona in quanto dipendente da fattori epatici).

Altri aspetti da considerare riguardo la biodisponibilità dei principii attivi

Come avviene per alcuni farmaci, l’assunzione a stomaco vuoto, ne migliora l’assorbimento. 

I giapponesi usano berlo anche ai pasti, per ottenere una buona azione protettiva. 

Un altro fattore che influenza negativamente l’assorbimento dei principii attivi è l’aggiunta di latte che, complessando i composti chimici del tè, li neutralizza quasi completamente, formando il tannato di caseina, un composto inattivo dannoso. Tale abitudine, prettamente britannica, andrebbe abolita, come del resto il consumo di latte vaccino! (a questo dedicherò un articolo successivamente).

Cosa sapere riguardo la preparazione

Andrebbe evitato l’uso di acque dure, ricche di minerali pesanti per il nostro organismo, a favore di una oligominerale. L’aggiunta del limone migliora l’assorbimento dei principii, mantenuti attivi da un Ph acido, dalla concomitante assunzione di vitamina (ottimi prodotti sono Bioattiva C di AVDVitamina C Pura di Nobil3), e di omega 3. 

Tra gli effetti benefici, il tè consente l’eliminazione, grazie al suo effetto chelante e diuretico, di composti tossici quali l’aflatossina B1. 

È importante, se non necessario almeno per coloro che ne fanno un uso continuativo, scegliere tè da agricoltura biologica, poiché le foglie possono essere contaminate da metalli tossici, quali piombo e alluminio, e da pesticidi come l’endosulfano, un economico insetticida frequentemente usato per proteggere le coltivazioni ma dall’azione epatotossica. 

Anche le bustine filtro possono essere veicoli di inquinanti, quali cloro, utilizzato per sbiancarle, quindi, meglio scegliere quelle di color giallino e compostabile.

Le proprietà

Il tè possiede un’azione stimolante sul sistema nervoso, ben modulata e meno rapida e forte rispetto al caffè, sia per le minori percentuali di sostanze psicoattive e il loro graduale rilascio, sia per la presenza di sostanze come la teanina, con proprietà opposte cioè rilassanti. Inizialmente, questa proprietà era stata attribuita alla teobromina, successivi studi hanno dimostrato l’efficacia della teanina sia a scopo rilassante sia protettivo del tessuto nervoso, perché stimola la produzione di fattori neuro-protettivi.

Studi clinici ed epidemiologici hanno dimostrato l’azione protettiva, antiinfiammatoria e antiossidante dei polifenoli, i quali proteggono le arterie dall’accumulo di placche di colesterolo LDL ossidato. Viene altresì riconosciuto un lieve abbassamento dei valori pressori sia massimi sia minimi. 

Studi epidemiologici singoli concordano nel collegare il consumo regolare di tè verde alla prevenzione cardiaca e dell’infarto. La protezione è proporzionale al numero di tazze di tè consumate, raggiungendo i massimi livelli con un consumo giornaliero dalle 5 alle 8 tazze, mentre per avere risultati apprezzabili bisognerebbe berne almeno 2/3 tazze. 

Sempre il consumo regolare di tè verde sembra collegato ad un minor rischio di alcuni tipi di tumore, in specie quelli dell’apparato digerente, perché le catechine sono maggiormente biodisponibili a livello plasmatico nei distretti digerenti, per poi diminuire successivamente alle trasformazioni metaboliche che avvengono nel fegato. L'eccezione sono i Giapponesi, grandi consumatori di tè verde, che registrano il più alto tasso di tumore allo stomaco che, però, sembra correlato più all’uso elevato di sale e condimenti salati (salsa di soia, miso, ecc…)

È bene fare attenzione anche alla temperatura, perché assumere costantemente bevande troppo calde produce infiammazione cronica e possibili lesioni del primo tratto digerente, costituito da pareti interne molto delicate e prive di secrezioni protettive quali la mucina dello stomaco.

Dietro la difficile pronuncia si celano proprietà formidabili per la nostra salute

L’EGCG, cioè l’acronimo di Epigallo-Catechin-Gallato, si è dimostrato un potente inibitore di vari virus e batteri. Le proprietà antivirali possono essere raggiunte a dosaggi fisiologici (consumo standard di 2/3 tazze) e l’azione svolta contro i batteri risulta 10 volte maggiore in particolare contro lo Staffilococco AuresTale molecola contenuta nel tè verde inibisce questo ceppo tramite inibizione di pbp2, una proteina espressa sulla membrana di superficie. 

L’EGCG risulta attivo contro i batteri intestinali gram negativi e mostra inoltre attività anche antifunginea in particolare contro la candida albicans

Il meccanismo di azione è complesso ma, volendolo spiegare in semplici parole, questo flavonoide lega il recettore CD4 dei linfociti T Helper (cellule del sistema immunitario specifico che entrano in azione in presenza di virus e batteri) inibendo quindi il legame e l’ingresso di alcuni virus all’interno della cellula. In parole povere, un consumo, in questo caso significativo (dalle 5 alle 8 tazze) fa sì che ci siano molti meno legami recettoriali sulla superficie delle membrane cellulari poiché i recettori sono maggiormente legati all’EGCG che li occupano. (meccanismo chiave - serratura). 

Vi invito pertanto all’utilizzo quotidiano di questa magnifica bevanda che abbiamo scoperto essere utile soprattutto in questo momento storico, durante il quale un virus si è presentato in maniera piuttosto irruenta, o meglio virulenta! 

Nel caso non poteste o non aveste piacere ad utilizzare questa bevanda, vi consiglio di seguito un prodotto contenente tè verde e betaglucani da estratti di funghi (come indicato in un mio precedente articolo).

Del resto anche Walt Disney aveva capito l’importanza del tè quando Wendy, prima di partire all’avventura con Peter Pan, aveva dato priorità al tè!

Ora che avete scoperto le proprietà di questa preziosa bevanda possiamo dire che una tazza di tè è vita!
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